domenica 16 febbraio 2014

Su Ellen Page e l'omosessualità


Ne sta parlando tutto l'etere e la mia pagina Facebook è intasata da persone che parlano dell'argomento... ovvero di Ellen Page che fa coming out durante il giorno di San Valentino.
  L'attrice scozzese, moderno sex symbol - non per me, sarà che ho ancora vivido nella memoria Hard candy, ma nel fantasticare su di lei mi sento un mezzo pedofilo - e talento oramai consacrato da numerose pellicole, ha dichiarato ai microfoni di essere lesbica.
  E' stato, nel suo piccolo, un discorso sentito e quasi commovente, nel quale l'attrice si è fatta scendere anche un paio di plateali lacrimuccie. Una reazione della quale parlano tutti e che mi ha fatto scatenare, tanto per cambiare, una serie di considerazioni abbastanza contrastanti fra loro.

La prima è stata, sinceramente, quella di profonda stima.
  L'attrice avrebbe potuto continuare per la sua strada, i teenager in crisi ormonale avrebbero continuato a spruzzare nelle mutande vedendola e il successo sarebbe proseguito in maniera sempre crescente.
  Con quella dichiarazione però ha voluto spezzare un certo modo di essere. Ha messo le cose in chiaro, dicendo come l'essere continuamente esposti sotto i riflettori porti ad avere una maschera, e che alle volte si è costretti a nascondere quello che si è. E nel suo caso da nascondere non c'era nulla, perché l'omosessualità non è una cosa della quale vergognarsi, ed è una cosa che ho sempre pensato.

L'altra però è stata una considerazione di profonda stizza.
  Ma non per la Page, lei non centra nulla - o quasi.
  E' una riflessione sulla natura del coming-out.
 Da una parte, ho sempre ritenuto i coming-out una mezza buffonata, perché in questi casi da dichiarare/giustificare non c'è nulla. Come già scritto, l'essere omosessuali non è una cosa da scusare, è un modo di essere naturale e libero. Come diceva Eco: il decadimento della società non sta in ciò che Tizio fa nel letto con Caio, ma dal fatto che la gente paghi per saperlo.
 E mi rendo conto però che in una certa maniera sono necessari. Mi viene da pensare alle recenti leggi omofobiche della Russia, o dal fatto che un 'intellettuale' (notare le virgolette) di estrema destra in Francia si sia suicidato per protestare alla sua maniera contro i matrimoni gay.
  Mi rendo conto, purtroppo, che siamo ancora lontani dalla tanto sbandierata uguaglianza. Al mondo c'è ancora tanta ignoranza su delle cose che dovrebbero essere scontate, ergo, atti simili, nel loro piccolo, sono necessari. Possono diventare utili, Magari anche per far capire a un ragazzo/a omosessuale, un 'diverso' nel mondo, che non è solo. E' un passo piccolissimo ma che, spero, possa portare a qualcosa.

La mia speranza è quella che, nel più breve tempo possibile, possiamo vivere in un mondo dove nessuno debba andare davanti a un microfono per sbandierare la propria identità sessuale, dove tutti possano vivere in piena libertà senza dover giustificare nulla o sentirsi giudicato.
  You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one...

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